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mercoledì 5 novembre 2008

Pirate Bay: alla conferenza hacker, la storia del famoso tracker BitTorrent

I due cofondatori di Pirate Bay Peter Sunde e Fredrik Neij hanno partecipato all'Hack In The Box Security Conference 2008, che si è tenuto in Malesia, con un intervento dal titolo significativo, ma scherzoso "Come far perdere un miliardo di dollari all'industria…….per hobby", nel corso del quale hanno parlato degli inizi di quello che oggi è divenuto uno dei più famosi tracker BitTorrent e dei progetti per il futuro.

I due co-fondatori già avevano parlato della loro vita e di come facessero entrambi altri lavori per vivere, in quanto tutto l'impegno che mettono nel tracker non li ricompensa finanziariamente ma è un divertimento ed anche qualcosa in cui credono veramente.

I due fondatori di Pirate Bay che sono sulla trentina, già molto giovani cominciarono a violare il diritto d'autore, con Peter che violava i giochi Amiga e Fredrik che usava copie illegali del software per il commodore 64.

Non pensavano assolutamente di violare il diritto d'autore, ma si comportavano come i loro amici e gli altri ragazzi che conoscevano.

Peter, suscitando l'ilarità del pubblico ha detto che non pensava che la pirateria fosse qualcosa di sbagliato da bambino ma ora che è grande sa che non lo è.

Molto più tardi nel 2003 fondarono insieme ad altri la Piratbyrån, un'associazione pro-pirateria che soprattutto doveva avere il compito di contrastare le dichiarazioni delle associazioni anti-pirateria e di avviare dibattiti sul diritto d'autore e sulle conseguenze che quest'ultimo provocava nella società.

Prima della Piratbyrån, l'unica voce che arrivava ai media ed all'opinione pubblica era quella delle associazioni-antipirateria, in pieno monopolio assoluto.

Ma dal 2003 troppo le cose sono cambiate. All'inizio furono avviati vari progetti, finché si arrivò alla creazione di Pirate Bay, in quanto mancava in Svezia un sito di file-sharing.

C'era Suprnova, ma era un sito soprattutto con contenuti internazionali, si voleva invece creare un sito con una maggiore quantità di contenuti svedesi e scandinavi.

Fredrik, che ha mostrato con il suo laptop una delle versioni più vecchie di Pirate Bay ha detto che all'inizio il sito era ospitato in Sud America esattamente in Messico, perché Anakata, il terzo del team stava a quell'epoca lavorando su un server messicano.

Ma la popolarità subito raggiunta dal sito ha presto mandato in tilt il server inoltre i membri del team si sono accorti che l'80% degli utenti erano stranieri, quindi hanno deciso di riprogettare il sito rendendolo disponibile in varie lingue.

Ma la popolarità gli ha subito attirato l'attenzione di Hollywood, prima con avvisi di infrazione, ai quali i membri del team hanno sempre risposto in modo pittoresco, ma non accogliendo mai le richieste e poi sguinzagliando un esercito di investigatori privati.

Ma questi investigatori si saranno intromessi nella vita privata dei membri del team ma non sono riusciti a raccogliere prove, anzi come dicono qualche infiltrato dell'Ifpi si trova anche alla conferenza cercando di scoprire cosa stanno facendo od avranno intenzione di fare in futuro.

Praticamente da quando il team ha destato l'interesse delle major sta in guerra e soprattutto non certo una guerra cavalleresca ma sono impegnati in una lotta in cui l'avversario sta cercando di usare i mezzi più subdoli pur di levarseli di torno.

Infatti, nel 2006, dietro istigazione delle major ci fu l'irruzione della polizia agli uffici ed ai server, con parecchi strascichi legali ed il processo si deve ancora tenere in quanto i quattro del team più una quinta persona sono stati rinviati a giudizio.

Ovviamente fu un episodio shoccante, con 65 poliziotti molti dei quali in borghese che invasero le loro proprietà, ed il ricordo è ben vivo, subito fecero il backup del sito pensando che il tracker potesse essere ritenuto illegale e chiuso.

Fermati ed interrogati, diedero molte scarse informazioni, sarà il giudice a decidere se il tracker che funziona da motore di ricerca come Google è illegale o meno.

Comunque essi spostarono subito i server in luoghi fuori dalla Svezia e sconosciuti ai più e spesso hanno detto che anche se essi dovessero finire in prigione Pirate Bay continuerà a vivere e a diffondere liberamente il proprio materiale.

Per alcuni sono criminali, per altri sono eroi, anche per me lo sono, anche perché non vedo Ferrari, ville e champagne nelle loro vite, che invece sono diffuse sia tra artisti molto famosi e fra i più pugnaci sostenitori del diritto d'autore, una a caso Madonna, sia fra i rappresentanti delle industrie dei media e delle distribuzioni.

Anche perché vogliamo mettere Madonna e Dante o Petrarca od Omero?

Se, contrariamente a quanto successo nei secoli passati, oggi, l'artista anche bravo, magari bravissimo, ha ottenuto molto, troppo dalle leggi sul diritto d'autore per la sua opera o per un'esecuzione magari magistrale di un'opera altrui, dobbiamo tornare indietro e non farlo diventare un dio rispetto agli altri mortali. Deve poter vivere del proprio lavoro, dignitosamente, magari anche agiatamente, ma non stra-guadagnare e con lui tutta una serie di persone in fin dei conti non indispensabili che vivono a spese del suo lavoro, solo per tutelarne i diritti.

Tornando al team molti sono i progetti per il futuro, ma il primo ed il più importante è quello di riuscire a criptare le connessioni in modo che gli utenti possano sempre più essere al sicuro dai tentativi di monitoraggio delle major e già alcuni trucchi usati dal tracker li abbiamo visti.

Il team si preoccupa sempre per il suo pubblico che ama ed è contraccambiato in quanto la sua popolarità cresce sempre di più e si stanno per raggiungere i venti milioni di peers.

Il futuro di BitTorrent si chiama Tribler

Il futuro si chiama Tribler

Diversi ricercatori dell'Università di Harvard, unitamente ad altri colleghi facenti parte di altri atenei europei, hanno elaborato un progetto dal quale nasce un nuovo client P2P: Tribler.

Il client è il primo in assoluto a possedere una modalità di ricerca dei file di tipo decentrato, ovvero i suoi utilizzatori potranno trovare i file anziché in un sito centralizzato (come The Pirate Bay o Mininova per esempio) in maniera periferica, ovvero ospitati da altri utilizzatori.

Fino ad ora, la tecnologia BitTorrent si è sempre basata su dei server centrali ai quali gli utenti ricorrono per ottenere il materiale che intendono scaricare.

Gli sviluppatori di Tribler invece stanno cercando di sfruttare i circuiti BitTorrent in maniera decentrata, ovvero con dei criteri di ricerca periferici che gestiscano i torrenti in maniera indipendente dal server centrale.

Pouwelse Johan, responsabile a capo del progetto di Tribler, ha elaborato BuddyCast, ossia un efficace algoritmo comprendente la ricerca decentrata.

Mediante Tribler, l'utente avrà la possibilità di aumentare le velocità di download dei suoi amici ad esempio (quindi il client agevola l'intensificazione dei rapporti sociali tra internauti) premiando coloro che svolgono "buone azioni" e penalizzando gli utenti "parassiti" (quelli ai quali interessa solo scaricare il proprio file e nient'altro).

Attuando una decentralizzazione del genere, i contenuti saranno un po' più limitati rispetto a quello che si può trovare su un grande tracker torrent, almeno sino a quando non aumenteranno gli utilizzatori di Tribler.

martedì 4 novembre 2008

Cina: denunciato da blog, licenziato

Un funzionario del governo locale di Shenzhen, accusato su un blog di avere tentato di molestare una bambina, e' stato licenziato. La spiegazione ufficiale e' che l'uomo avrebbe tenuto un comportamento da ubriaco in pubblico, ma resta da accertare l'accusa piu' grave sul presunto tentativo di molestia di una bambina di 11 anni in un ristorante, rilanciata da blogger e media e sostenuta in parte anche dalle telecamere di sorveglianza del locale.
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Bè QUALCHE VOLTA I BLOG SERVONO VERAMENTE E SCOPI POSITIVI
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Oh

P2P, primo sì alla svolta di Parigi


"Insieme abbiamo difeso al Senato il diritto d'autore". Così il ministro della Cultura francese, Christine Albanel, ha commentato il voto dei parlamentari transalpini, che nella notte tra giovedì e venerdì scorso hanno dato il via libera ad una versione rivista e corretta della cosiddetta Dottrina Sarkozy, che tanta ammirazione suscita in Italia.Con una maggioranza schiacciante, 297 a 15, i senatori hanno approvato una misura fortemente sostenuta dalle lobby dell'industria dei contenuti e appoggiata dal Governo: si tratta dell'introduzione in Francia di quella che gli anglofoni definiscono three strikes policy, la politica dei "tre colpi". Oltralpe ne parlano invece come di una reazione graduale alle violazioni del diritto d'autore. L'utente che commette abusi sarà scoraggiato dal rifarlo via email e, se questo invece continuerà nell'infrazione, potrà essere minacciato, con una lettera tradizionale, di sospensione della connessione ad Internet. L'idea è che se un utente dà prova di non voler cambiare rotta allora potrà perdere l'accesso ad Internet per un tempo variabile, che può essere deciso caso per caso.Rispetto alla Dottrina Sarkozy originale, quella avallata dal presidente francese e ideata da uomini dell'industria, il Senato ha dunque apportato forme di flessibilità che, visti i numeri con cui è stata approvata, dovrebbe trovare rapidamente approvazione definitiva all'Assemblea Nazionale, dove è calendarizzata per il prossimo gennaio.
Tutto ruota attorno a chi decide cosa. Se in un paese democratico ci si potrebbe attendere che una misura drastica come la sospensione della connessione possa essere decisa esclusivamente da un magistrato, secondo i senatori francesi invece può anche essere decisa da una autorità indipendente dedicata. La chiamano Hadopi, "Alta Autorità sulla disseminazione di opere su Internet e sulla tutela dei diritti d'autore in Internet". Si tratta di un organismo pubblico ma privato destinato ad essere dominato dalle major dell'industria e gestito da provider. Hadopi avrà un ruolo essenziale: sarà l'Autorità a definire le misure da assumere, sarà l'Autorità ad indicare gli utenti da prendere di mira, all'Autorità si rivolgeranno i detentori dei diritti ed è all'Autorità che i provider dovranno rispondere delle azioni intraprese nei confronti dei propri utenti che venissero posti all'indice.Ad aver agitato il dibattito è stata la proposta che arrivava dalla commissione Economia, che già aveva analizzato il provvedimento prima dell'Aula, ossia quella di sostituire la sospensione della connettività con una multa, ritenuta assai più efficace nel contrastare l'attività pirata. Una ipotesi che non è stata completamente scartata dai senatori: l'Alta Autorità dopo aver contattato l'utente in almeno due occasioni, quindi per due violazioni diverse, può decidere in una terza occasione che l'accesso ad Internet venga sospeso fino ad un massimo di 12 mesi ma nei casi in cui lo ritenesse opportuno può consentire all'utente di pagare una sanzione per non subire la disconnessione.Quella che appare una ennesima forma di privatizzazione dell'IP enforcement è stata avallata dai senatori insieme all'approvazione di un altro emendamento: l'idea del relatore del provvedimento che ha anche presentato questo emendamento, Thiollière Michel, è che in caso di sospensione della connessione, servizi come la posta elettronica o l'instant messaging possano comunque essere mantenuti. Nell'emendamento viene anche opportunamente specificato un "laddove tecnicamente possibile"."Se ne sono sentite di tutti i colori attorno a questa legge - ha commentato Albanel - Credo invece che abbia un merito notevole: i senatori, tutti insieme, hanno ormai capito che la situazione attuale mette a rischio non solo i grandi player dell'industria ma anche le piccole aziende indipendenti nel cinema e nella musica".Dire che tutto questo non è piaciuto ad esperti di rete e consumatori sarebbe un eufemismo. C'è chi si pone anche altre domande: con tutto lo spam e il phishing che arrivano per posta elettronica come farà il povero utente a riconoscere l'email di Hadopi. Ma è soprattutto lo status di questa Autorità a far infuriare gli utenti francesi: ne parlano come di un "organismo parassitario" i cui costi saranno alla fine attribuiti ai contribuenti, qualcuno evoca lo spettro del Grande Fratello e di un network de-umanizzato, sottoposto ad un controllo generale e continuo, altri ancora preconizzano un rilancio delle darknet per sfuggire al Grande Occhio di Parigi.
Episode 1 de Dédé Ca va couper: Loi Création et Internetby dedecavacouperLa celebre associazione dei consumatori UFC-Que Choisir ha lanciato una campagna satirica e di protesta che gira attorno al poliziotto Dedé, pronto a denunciare tutti e tutto con missive minacciose, in realtà per sensibilizzare su quanto sta avvenendo in Parlamento. Su una pagina dedicata Dedé è il protagonista di quattro video che raccontano le nuove misure e le criticano con un linguaggio immediatamente accessibile. Secondo i consumatori, la proposta approvata dal Senato è incostituzionale: UFC-Qui Choisir evidenzia come la legge sia contraria anche all'orientamento della Commissione Europea. Il riferimento, come già avranno capito i lettori di Punto Informatico, è alla sonora bocciatura della Dottrina Sarkozy, affossata sia dal Parlamento Europeo che dalla Commissione in quanto misura eccessiva in cui prevale la tutela del diritto d'autore su diritti assai più rilevanti quale la libertà di informazione, quella di espressione o, per dirla con la Commissione, "i diritti fondamentali della persona".Per questo, UFC-Que Choisir, che è anche la più importante rappresentanza dei consumatori e degli utenti in Francia, ha immediatamente notificato un ricorso alla UE affinché rivolga la propria attenzione alle decisioni parigine.Di seguito il commento di Massimo Mantellini: "Contrappunti/ Tutto pur di spaventare l'utenza".