La Chat dei Pirati
lunedì 16 novembre 2009
isoHunt: il P2P può contribuire al post-pirateria
Gary Fung, creatore del famoso motore di ricerca torrentisoHunt, in una recente intervista concessa a Computer World ha spiegato che la tecnologia P2P potrà essere utile anche in futuro, quando la pirateria sarà debellata.
isoHunt è stato creato nel 2003, quando Fung aveva solo 19 anni. Da allora, il famoso tracker si è sviluppato a dismisura, subendo anche diverse ripercussioni legali da parte delle major. Il suo fondatore, tuttavia, spiega come il servizio non sia affatto differente da motori di ricerca quali Google che, nonostante fornisca materiale illegale, non subisce attacchi da parte dell’industria discografica.
Il P2P è diventato sinonimo di illegalità: si tratta di una concezione errata e fuorviante, perché il filesharing è un mezzo neutrale ed è il comportamento degli utenti che lo rende illecito. Per questo motivo, Fung vede la necessità di difendere il network, in particolare dagli attacchi delle grandi aziende di settore:
Pensiamo al caso di Jammie Thomas nel Minnesota, la donna che ha ricevuto una multa di 1,9 milioni di dollari per aver scaricato alcuni brani. Risulta abbastanza evidente che, se non combattessimo, l’industria riuscirebbe a stabilire un giudizio legale standard causando l’espansione di questi numeri. Non vedo davvero nessuna possibilità se non combatterli.
Il giovane ha, inoltre, ravvisato un controsenso nelle politiche delle organizzazioni a difesa del copyright: mentre l’industria si scaglia pubblicamente contro il P2P, le singole società volutamente immettono nei circuiti alcuni leak per mere ragioni di marketing. Fung sottolinea, di conseguenza, come questo comportamento dovrebbe tradursi in una nuova visione del filesharing, luogo in grado di fornire all’industria gli introiti necessari a sopravvivere. Casi come quelli di YouTube e Hulu sono evidenti dimostrazioni di come si possano guadagnare cifre ingenti grazie alla pubblicità, senza pesare sulle tasche degli utenti. Lo stesso sistema potrebbe essere sicuramente valido anche per il P2P
Proprio per i motivi sopra elencati, Fung ha lanciato il sito Hexagon.cc, portale che si propone di aiutare i detentori del copyright a promuovere liberamente la musica in rete, senza imporre costi agli user e guadagnando dall’advertising. A differenza di altri esperimenti simili, Hexagon sostiene fortemente la diffusione di contenuti common creative e privi di DRM: solo lasciando la libertà agli utenti, infatti, le major possono sperare di sfruttare il P2P come una risorsa utile.
mercoledì 14 ottobre 2009
Sonic Boom
dopo tanto sono finalmente tornati, adesso aspettiamo le date del tour in italia!!!!!!!
STAY ROCK, STAY METAL
Ecco subito il download del cd grazie al P2P, io lo compro anche originale ovviamente........Pirati $)
Kiss - Sonic Boom
domenica 11 ottobre 2009
Attacco hacker al sito delle Poste
Mezz'ora d'assedio, interviene polizia
Gli hacker erano riusciti a 'sfigurare' la home page ma non sono riusciti a rubare dati sensibili e password, grazie all'intervento immediato dell'ufficio di sicurezza di Poste e della polizia postale, che monitora costantemente i siti istituzionali che potrebbero essere scelti come obiettivo dai pirati informatici. L'attacco, spiegano dalla polizia postale, è avvenuto verso le 19.
giovedì 8 ottobre 2009
Trackerface Comes Back
mercoledì 7 ottobre 2009
Hacker: attacco massiccio a Google
Presi di mira centinaia indirizzi mail
Un attacco massiccio è stato sferrato da hacker agli indirizzi di posta elettronica di Gmail, la e-mail che fa capo a Google, per rubare password e nomi di centinaia di internauti. E' l'ultimo allarme per la sicurezza online, che il grande motore di ricerca di Mountain View ha ammesso alla Bbc. Con un sistema di phishing gli hackers ottenevano credenziali di accesso per indirizzi, inclusi quelli di Gmail.venerdì 25 settembre 2009
Nemico Pubblico - 9 Novembre 2009
Ma mentre le avventure di Dillinger e della sua banda - che nell'ultimo periodo comprendeva anche due individui sociopatici dal nome Baby Face Nelson (Stephen Graham) e Alvin Karpis (Giovanni Ribisi) - intrigavano i più, Hoover (Billy Crudup) si riproponeva di utilizzare la pubblicità che la cattura del criminale avrebbe potuto generare in suo favore per trasformare il suo "Bureau of Investigation" nel dipartimento di polizia nazionale che è adesso l'FBI. Fece pertanto di Dillinger il primo Nemico Pubblico Numero Uno degli Stati Uniti d'America, mettendogli alle calcagna Purvis, l'affascinante "Clark Gable dell'FBI".
Tuttavia, Dillinger e la sua banda riuscirono a sfuggire molte volte a Purvis e ai suoi uomini durante i rocamboleschi inseguimenti e le tante sparatorie. Fu solo dopo aver importato una serie di ex sceriffi dall'Ovest del paese (facendone degli agenti di polizia) ed aver orchestrato una serie di tradimenti da parte di personaggi divenuti poi famosissimi - dalla tristemente nota "Lady in Red" (la signora in rosso) al boss della mala di Chicago Frank Nitti - che Purvis, l'FBI ed il loro nuovo gruppo di pistoleri riuscirono finalmente ad incastrare Dillinger.
giovedì 24 settembre 2009
Ultim'ora: tre parole sull'autotracker
La notizia che più ci ha perplesso è stata quella riguardante le novità, come ha detto il creatore:
trackerface diventerà un modo per interagire tra pirati downloaders, grazie alle nuove funzionalità.
Di quali nuove funzionalità stava parlando?
Comunque noi aspettiamo, e rimaniamo ad attendere sulle spine.
Finalmente ecco un print del relase beta da ultimare, (infine abbaimo scoperto che l'homepage infatti è stata cambiata rispetto all'immagine che posto qui, il menù invece presenta delle novità)
martedì 22 settembre 2009
Acer Serie Predator, i migliori della serie
Windows Vista® Home Premium Autentico , processore Intel® Core™2 Quad Q9550 (2.83GHz FSB 1333 12MB), hard disk 1 x 150GB (10K rpm) + 2 x 640GB SATA, memoria 4x2GB, drive BD ROM & DVD RW, 2 x NVIDIA 9800GTX 512MB fino a 2556MB, 2 X DVI,HDMI,TV, tastiera e mouse gaming
lunedì 21 settembre 2009
Tribunale di Milano: la copia privata è un diritto… ma non troppo
Di certo i giudici del Tribunale di Milano non si sono commossi di fronte alla lamentata impossibilità di eseguire la copia privata e hanno dato ragione ai colossi americani, riconoscendo la supremazia del diritto esclusivo di riproduzione (spettante ai produttori) sul diritto alla copia privata, spettante al consumatore.
La questione era sorta in quanto i DRM, cioè i dispositivi tecnologici di protezione applicati su prodotti quali CD, DVD e simili, impedivano nella circostanza, la possibilità di effettuare anche una sola copia, pur mirando, evidentemente, ad evitare la diffusione illecita su larga scala.
I ricorrenti si erano appellati al fatto che la legge prevede che:
Il Tribunale ha però riconosciuto che il diritto alla copia privata costituisce:la persona fisica che abbia acquisito il possesso legittimo di esemplari dell’opera o del materiale protetto, ovvero vi abbia avuto accesso legittimo,possa effettuare una copia privata, anche solo analogica, per uso personale, a condizione che tale possibilità non sia in contrasto con lo sfruttamento normale dell’opera o degli altri materiali e non arrechi ingiustificato pregiudizio ai titolari dei diritti.
eccezione al diritto esclusivo di riproduzione che costituisce uno dei profili più significativi ed economicamente rilevanti dei diritti di utilizzazione economica delle opere protette.Perciò, dato che all’epoca dei fatti la tecnologia permetteva solo protezioni assolute, è stata data rilevanza al prevalente interesse dei produttori. È da dire che attualmente, invece, ci sono dei metodi di protezione che consentono di eseguire un numero limitato di copie di un prodotto originale ad uso privato, così da raggiungere ugualmente lo scopo di evitare una riproduzione indiscriminata e illecita dei contenuti.
Fonte: One P2P
Scribd, rimuovere non basta?
Scribd di nuovo sotto accusa per infrazione del diritto d'autore. La class action è stata depositata a Houston dallo studio Camara&Sibley, la squadra legale che sta difendendo Jammie Thomas-Rasset proprio dall'accusa di violazione di copyright.
Il portale che consente di condividere testi di ogni tipo fornirebbe una tecnologia in grado di rompere la protezione offerta dal diritto d'autore a livello globale. Oltretutto a parere dell'accusa, trarrebbe ingenti profitti dalle opere piratate di numerosi autori: ha ricevuto13 milioni di dollari da investitori.
Il caso sarebbe stato avviato da Elaine Scott, scrittrice che ha trovato il suo libro "Stocks and Bonds" sulla piattaforma (definita dal suo avvocato "lo YouTube dei documenti") e scaricata oltre 100 volte.
Camara e Sibley sperano ora di raggruppare un folto numero di autori che ritengano che la loro opera sia stata illegalmente condivisa su Scribd.
Sebbene ad esempio per qualche ora "The lost symbol" di Dan Brown sia stato disponibile sul sito, è stato poi prontamente reso indisponibile. Scribd provvede infatti dietro segnalazione alla rimozione delle opere caricate in violazione del diritto d'autore, proprio come previsto dal Digital Millenium Copyright Act, e si è dotato di un sistema per evitare che esse siano poi nuovamente condivise, ma ciò non basterebbe a scagionarlo dall'accusa.
Secondo i legali che per il caso combattono dall'altra parte della barricata rispetto alle posizioni assunte nel caso Jammie Thomas, le responsabilità dell'infrazione ricadrebbero comunque sulla piattaforma: la proprietà intellettuale non sussiste solo nel momento in cui l'autore si accorge della violazione, ma è effettiva dal momento stesso in cui l'opera viene caricata sul sito. Un controllo ex post, limitato alla ricezione delle segnalazioni degli autori, non basterebbe a rimediare alla violazione commessa dagli utenti.
Fonte: Punto Informatico
domenica 20 settembre 2009
UE, eBay vuole regole meno severe
Le nuove regole in via di finalizzazione a Bruxelles serviranno a chiarire con maggior precisione il ruolo svolto dalle piattaforme di vendita online (come appunto eBay o anche Amazon) rispetto ai retailer tradizionali, ponendo teoricamente fine (tra le altre cose) allecontese legali tra gli specialisti dell'ecommerce e le marche griffate più riottose come L'Oréal e Tiffany.
Nella petizione proposta da eBay, attualmente firmata da oltre 752mila utenti europei presenti prevalentemente nel Regno Unito (250.000), in Germania (200.000) e Francia (100.000), si chiede alla UE di "modificare le leggi europee sulla concorrenza per bloccare l'utilizzo di pratiche inique", obbligando i produttori a comportarsi in maniera non discriminatoria nei confronti di rivenditori e circuiti operanti online.
"eBay è stato realizato a partire da una semplice idea - che potesse permettere agli individui di costruire un mercato globale dove praticamente chiunque poteva acquistare o vendere qualsiasi cosa" dice il direttore generale di eBay Alex von Schirmeister. Gli fa eco Mary Honeyball, europarlamentare inglese che sottolinea come "in questi tempi di dure condizioni economiche, i consumatori e i business europei hanno bisogno di essere liberi di acquistare e vendere tutti i prodotti ai migliori prezzi di mercato disponibili".
sabato 19 settembre 2009
Sky TG24 Economia: Divieto di scarico
Fonte: http://www.no-copyright.net/it/2009/08/30/sky-tg24-economia-divieto-di-scarico/
Mininova, farà la stessa fine di The Pirate Bay?
O Mininova caccia i pirati dal propio sito o chiuda definitivamente.
Così sono iniziate a nascere domande alle quali abbiamo una risposta quasi affermativa, il seconod bittorrent più grande al mondo farà la fine del suo predecessore the Pirate Bay, che adesso è costretto a risarcire milioni di dollari.
Questa battaglia legale è solo all'inizio, ma spero che presto i pirati scendano in campo a riprendersi quello che stanno piano piano perdendo, ovvero la libertà di diffusione dei materiali ritrenuti "protetti da copyright".
Sarà veramente un assalto al copyright come dice Luca Neri?
Staremo a vedere.....
venerdì 18 settembre 2009
Ultimatum in Olanda: Mininova cacci i pirati o chiuda
Cd Sony con il virus: consumatore vince 1200 euro di danni
Second Life, sesso contraffatto e guadagno originale
Linden Lab chiamata in causa per violazione di copyright. Avrebbe agevolato e tratto profitto dalle contraffazione di beni virtuali con marchi registrati
Alcuni metaimprenditori di Second Life hanno fatto causa a Linden Lab, perché permetterebbe ad altri giocatori di vendere imitazioni dei loro prodotti registrati: tra gli altriorgani sessuali, posizioni erotiche e abiti firmati.
Il noto Kevin Alderman, aka Stroker Serpentine, famoso per la creazione dell'Amsterdam virtuale, antesignano del sesso nel mondo di Second Life e già noto per i guadagni ottenuti dai suoi prodotti piccanti e dalle cause intentate per proteggerne la proprietà intellettuale, ora punta direttamente a rifarsi sugli sviluppatori del metamondo rei di facilitare e trarre profitto dalla pirateria di tali prodotti di intrattenimento. A lui si è unito Shannon Grei, akaMunchflower Zaius, che vende vestiti sviluppati e disegnati appositamente.
D'altronde, secondo Alderman, la linea SexGen da lui sviluppata sarebbe fra le più popolari in Second Life (avrebbe generato finora quasi un milione di dollari reali), aumentando così il valore del suo marchio registrato. Così come il materiale di Grei "Nomine Araigne Set". E per questo sarebbero al centro del mirino dei contraffattori.
a questione ora diventa una vertenza giudizaria, e i due querelanti stanno provando ad avviare una class action dal momento che ritengono che altri abbiano subito gli effetti di questo tipo di "pirateria" online. D'altronde una volta consolidata la natura economica dei mondi virtuali, non si tratta più di valutare l'effettività delle leggi del mondo reale nei metamondi, ma unicamente la effettiva violazione delle stesse leggi. In questo caso ci si troverebbe di fronte a un infrazione della proprietà intellettuale (commercio di beni contraffatti).
Ulteriore questione è dimostrare la presunta responsabilità di Linden Lab e l'eventualità che ne abbia tratto vantaggio. Secondo l'accusa infatti gli sviluppatori avrebbero contribuito all'infrazione di altri supervisionando la contraffazione e avrebbero guadagnato dallagestione del mercato utilizzato per vendere i prodotti virtuali taroccati(XStreetSL.com), in particolare dallo spazio atto alla vendita e gestendo le operazioni di scambio della valuta ufficiale (da Linden dollar a dollari veri) con un commissione del 3,5 per cento. Inoltre non provvederebbero al bando dei pirati, come fanno invece per chi è trovato ad usare programmi di parti terze che copiano modalità del gioco stesso. Tale comportamento condiscendente e direttamente profittevole di Linden Lab lo porrebbe, secondo i querelanti che agiscono in territorio statunitense, fuori dalla previsioni del DMCA a difesa dei fornitori di servizio.
iTunes moltiplica i diritti?
I fonografici chiedono un compenso per i brani contenuti in show TV da scaricare e per le anteprime di 30 secondi. Digital Media risponde: il download non è una trasmissione
ASCAP e BMI tornano all'attacco. Questa volta, però, nel mirino delle associazioni che riuniscono autori ed editori statunitensi ci sarebbero oltre ai file musicali e ai video, anche le anteprime di 30 secondi disponibili sui music store come iTunes.
Secondo Rick Carnes, dell'associazione di autori Songwriters Guild of America, la gente pensa che si guadagni una fortuna dal Web ma, in realtà, gli autori otterrebbero solo 9 centesimi di dollaro dalla vendita di un brano in Rete. Da qui la decisione di cercare altre strade, oltre a quelle già proposte per racimolare soldi: secondo il CEO di Universal Music Publishing Group le anteprime e la radio disponibili su iTunes sono entrambi servizi per cui le etichette dovrebbero essere remunerate.
Altra associazione scesa in campo è la National Music Publishers Association che, tramite il suo CEO David Israelite, ha posto l'accento sul fatto che mentre per uno show televisivo trasmesso via satellite o via cavo i produttori guadagnano una cosiddetta performance fee, se lo stesso show è scaricato da iTunes non si otterrebbe lo stesso compenso. "La legge - ha continuato Israelite - deve essere reimpostata in modo che qualunque sia il mezzo utilizzato per guardare uno spettacolo, i produttori ottengano un pagamento dei diritti detenuti".
La questione, dunque, verterebbe proprio su questo punto: negli States, quando un brano viene riprodotto nei luoghi pubblici o alla radio, si ottiene un compenso in cambio della trasmissione. I produttori vogliono estendere questa performance fee anche ai brani contenuti in programmi TV scaricati via iTunes, oltre che alle tracce musicali.
I produttori e gli editori statunitensi, però, devono vedersela con le associazioni che rappresentano e tutelano i servizi che offrono musica sul Web. Una di queste è Digital Media Association, guidata da Jonathan Potter. Secondo Potter gli editori ottengono già un compenso per i brani inseriti in uno show televisivo o in un film e, quando ci si procura lo stesso prodotto online, non avrebbero diritto ad alcun compenso per la trasmissione perché il download non si può considerare tale.La questione, dunque, verterebbe proprio su questo punto: negli States, quando un brano viene riprodotto nei luoghi pubblici o alla radio, si ottiene un compenso in cambio della trasmissione. I produttori vogliono estendere questa performance fee anche ai brani contenuti in programmi TV scaricati via iTunes, oltre che alle tracce musicali.
I produttori e gli editori statunitensi, però, devono vedersela con le associazioni che rappresentano e tutelano i servizi che offrono musica sul Web. Una di queste è Digital Media Association, guidata da Jonathan Potter. Secondo Potter gli editori ottengono già un compenso per i brani inseriti in uno show televisivo o in un film e, quando ci si procura lo stesso prodotto online, non avrebbero diritto ad alcun compenso per la trasmissione perché il download non si può considerare tale.
La Baia dei Pirati - Luca Neri
l'autore tratta argomenti riguardo all' "assalto al copyright" come lo chiama lui, infatti il libro è basato su un inchiesta per raccontare questa nuova modalità di pensiero basata sul download di file illegalmente, che recano dei danni all'autore..........Io lo consiglio a tutti voi Pirati e specialmente a quelli sono al'inizio della propia carriera da downloaders, in modo che vi possiate fare un idea dei rischi, dei lati negativi e positivi che si creano seguendo questo pensiero, ognuno è libero finche non viola le libertà altrui (definizione da rivedere).
Comunque sia io Posto una piccola recensione in modo che possiate farvi un idea più precisa del Libro.
Scaricare senza pagare - musica, film, software, videogame, libri - è l'attività più popolare in rete. Nonostante leggi sempre più severe, la violazione del copyright è ormai dilagante. Spaziando fra Stati Uniti, Italia e Svezia, questa inchiesta racconta l'emergere di una nuova modalità di pensiero, che inneggia al saccheggio della proprietà intellettuale come atto di disubbidienza civile. Fa parlare le moltitudini di pirati. Documenta le ragioni tecniche, sociali e politiche, e gli interessi, che impediscono la repressione di un fenomeno tanto eversivo. Spiega perché i principi su cui si basa il copyright siano ormai obsoleti, anzi dannosi, incompatibili con il fiorire della libera comunicazione elettronica.Ed infine vi lascio anche il link al sito per acquistarlo(necessaria registrazione) il costo è di 12,00 €
Hoepli.it - La Baia dei Pirati - Luca Neri
giovedì 17 settembre 2009
LimeWire e Facebook: separati in casa
L'opzione "share on Facebook" era stata accolta molto positivamente dagli utenti di LimeWire, ma non altrettanto entusiasta era stata la reazione del management del social network: che si era subito fatto sentire richiedendo modifiche alla caratteristica così come era stata integrata nel software di P2P.
Anche dopo le modifiche richieste, però, LimeWire non risultava sufficientemente "casto"in materia di infrazione di copyright per andare a genio al portale sociale. Il produttori del software sono stati contattati di nuovo da Facebook, ma questa volta "non tanto per una richiesta di modifica quanto con un avviso che avrebbero disabilitato la funzionalità" confermaJason Herskowit di LimeWire.
LimeWire desidererebbe lavorare assieme a Facebook per ripristinare la funzionalità di condivisione, ma vista la ferma volontà di quest'ultima di non sporcarsi le mani con attività che possano prevedere (anche solo in teoria) l'infrazione del diritto d'autore - così come venne espressa all'epoca del blocco (attualmente bypassato) di The Pirate Bay - è a dir poco improbabile che questo ipotetico dialogo tra pari possa concretizzarsi in tempi brevi.
mercoledì 16 settembre 2009
Lars Ulrich dei Metallica orgoglioso per la chiusura di Napster
Tutto ebbe inizio nel 2000, quando i Metallica scoprirono che il singolo "I disappear", realizzato per la colonna sonora del film "Mission: Impossible II", era stato messo in condivisione dagli utenti di Napster, prima ancora del suo arrivo nei negozi e, ovviamente, senza autorizzazione.Da allora un'aspra e intensa battaglia legale scandita a suon di denunce e richieste di risarcimento, fino a quando il pioniere dei client P2P non si è visto costretto a gettare la spugna, rivedendo il proprio assetto a tutela del diritto d'autore.A quasi una decade di distanza torna a parlarne Lars Ulrich, batterista dell'heavy metal band californiana, dichiarandosi entusiasta di aver contribuito alla morte di Napster.
Io e il resto della band siamo stati etichettati come luddisti, contrari all'introduzione di nuove tecnologie.
In realtà continuiamo a essere convinti delle nostre azioni e fieri di averle portate avanti, contribuendo in modo significativo alla chiusura di Napster.
Eppure, in occasione del rilascio dell'ultimo album in studio "Death Magnetic", proprio Ulrich sembrava finalmente aver abbracciato la filosofia della libera circolazione dei contenuti, dichiarando di aver provato a scaricare il disco per mezzo di un non meglio specificato client.In realtà, una buona parte della community P2P sarà d'accordo con il musicista, in quanto l'abbandono di Napster ha favorito, negli anni successivi, la nascita di tecnologie alternative e talvolta anche più efficaci.
Vodafone taglia VoIP e P2P: scoppiano le polemiche
Stando a quanto riportato sul sito ufficiale Vodafone, nella sezione "Dati in mobilità", a partire dal prossimo 20 novembre l'operatore apporterà alcune modifiche nella gestione delle connessioni a banda larga mobili, in nome di un "Uso equo del servizio Internet in mobilità".Sintetizzando le novità, dalle ore 7.00 alle ore 20.00 la velocità nella trasmissione dati su reti P2P potrà essere limitata, mentre solo ad alcuni tipi di abbonamento sarà consentito di generare traffico VoIP. A tutti gli altri sarà invece richiesto il pagamento di un'opzione aggiuntiva.Tali variazioni sono da considerarsi in programma sia per chi utilizza un computer che per chi sfrutta un telefono cellulare per la navigazione, purché connesso alla rete mobile Vodafone.Ovviamente, una decisione di tale portata non poteva passare inosservata e, subito dopo essere stata resa nota, ha attirato su di sé veementi polemiche.Il giurista Guido Scorza, dalle pagine del proprio blog personale, definisce "inammissibile" il comportamento dell'operatore nei confronti dei propri clienti, ricordando comunque che questi ultimi dovranno essere avvisati per tempo delle modifiche apportate al contratto (entro il 20 ottobre) e dovrà essere fornita loro la possibilità di disdirlo senza alcuna spesa aggiuntiva.
Kiosk of Piracy: il ritorno di The Pirate Bay?
Le vicende legali e le vicissitudini relative alla vendita del sito The Pirate Bay sono ormai note a tutti. Quello che era uno di più grandi siti di indicizzazione dei file torrent sarà adesso usato per altri scopi, lasciando un po' disorientati i moltissimi fan.Il problema è anche quello di sapere che fine faranno tutti i file catalogati dal sito: un dubbio che alcuni appassionati, decisi a non perdere un simile patrimonio, hanno pensato bene di sciogliere, consentendo a The Pirate Bay, o quantomeno a quel che resta dello spirito su cui era fondato, di continuare a sopravvivere.Il risultato di questa iniziativa è Kiosk of Piracy, un progetto che mira a ricostruire un servizio analogo a The Pirate Bay contenente parte del materiale proveniente da questo. Kiosk of Piracy tuttavia non sarà un sito disponibile in Internet, esso sarà disponibile solo sui PC che saranno connessi in una rete Wi-Fi dedicata.La rete sarà pubblica, quindi in teoria Kiosk of Piracy sarà a disposizione di tutti, non fosse che, per problemi meramente tecnici e dovuti alla struttura stessa della rete, esso sarà disponibile in un'area notevolmente ridotta.L'area in cui il "chiosco della pirateria" è attivo è infatti la città di Weimar, solo in una zona di questa città sarà possibile per gli utenti collegarsi alla rete Wi-Fi che ospita il sito e poter continuare lo scambio di materiale con gli altri membri.Secondo quanto detto dai fondatori di Kiosk of Piracy, questo limite dimostra come il filo conduttore che teneva attivo The Pirate Bay non era certo strettamente legato a Internet, né era legato ad un semplice sito o ad un server fisico. Ciò che si vuole sottolineare quindi è che questo metodo di condivisione è più un rapporto intangibile tra individui che, a loro dire, nessuna censura al mondo può distruggere.
HD Vs. Old Games
Un Grande Ringraziamento va a Cosimo, che mi ha fatto conoscere questi due giochi..e che mi ha salvato in extremis a tutti i compiti di matematica, inglese e chimica.........
Mafia II, sarà piratato come Mafia I????
Dopo la grande diffusione di mafia su tutte le reti P2P, i fan della saga si sono chiesti se il seguito di questo capitolo, ovvero mafia II sara disponbile subito sui tracker più famosi della rete......
martedì 15 settembre 2009
Chi spaventa Don't Copy That 2?
pirateria del software in quanto obsoleta ed in alcuni punti
offensiva
che certamente non riuscirà nel suo scopo ossia dissuadere i giovani
dei campus dalla pirateria.
Anzi in base ad un sondaggio ai giovani, dopo averla vista viene
voglia di piratare qualsiasi cosa per dispetto.
Oltretutto non si capisce perché l?uso del rap nel 2009.
Giustamente come dicono in molti è come se si volesse invitare a non
piratare i giochi e si scegliesse Doom del 1993.
Infatti, Don't Copy That 2 è il seguito di Don't Copy That floppy
del 1992.
Anche le immagini che dovrebbero far riflettere sui rischi, una madre
in bigodini portata via e un giovane uomo minacciato da grandi
detenuti neri armati di manici di scopa in una prigione federale,
sono
reali come le favole per il popolo di internet abituato sempre a news
fresche.
I giovani già sanno che violare il diritto d?autore è un reato ma
lo fanno lo stesso, hanno bisogno di campagne più coinvolgenti e
moderne come quelle sui rischi del fumo.
“090909″, la distribuzione cinematografica “effimera” sulle reti P2P
Il principio alla base di tutto ciò è che “l’originale non esiste”, secondo i dettami della cosiddetta P2P Art. Lo stesso artista la definisce “estetica dell’effimero”.
Fonte: GeekFiles
lunedì 14 settembre 2009
Usa, si dichiara colpevole hacker in caso furto carte di credito
Già il mese scorso, secondo le carte processuali, era chiaro che Albert Gonzalez, di Miami, avrebbe riconosciuto la propria colpevolezza di fronte alle accuse federali che pendevano su di lui in Massachusetts e a New York. Secondo gli investigatori, il 28enne avrebbe guidato una banda mondiale responsabile del furto dei numeri di 40 milioni di carte di credito e di bancomat da importanti catene commerciali.
Gonzalez è accusato di reati simili anche in New Jersey.
Nella sua prima apparizione in pubblico dopo l'accordo con la pubblica accusa sulla propria dichiarazione di colpevolezza, Gonzalez è apparso molto più dimesso di un anno fa, subito dopo il suo arresto.
Nel frattempo si è fatto tagliare i capelli, e oggi è rimasto seduto al tavolo vicino all'avvocato vestito con la divisa carceraria, e ha risposto con brevi frasi alle domande del giudice.
Gonzales rischia fino a 25 anni in prigione, secondo l'accordo con la procura. Il giudice ha fissato una data per l'emissione della sentenza a dicembre, ma prima intende verificare in che modo le autorità intendono risarcire le vittime, tra cui i negozianti, le banche che hanno emesso le carte e i clienti.
Le autorità hanno sequestrato a Gonzales soldi in contanti, computer, un condominio e una pistola, per un valore complessivo di 1,6 milioni di dollari, ma i suoi difensori e l'accusa hanno convenuto che tale patrimonio sarebbe "modesto" rispetto ai danni che il giovane ha provocato.
Fonte: http://www.it.notizie.yahoo.com
Partito Pirata: il programma europeo
Falkvinge, in ogni caso, non è tipo da nascondersi dietro un dito: ammette candidamente che senza la vicenda The Pirate Bay, senza il raid del 2006 e il processo del 2009, forse il suo partito non sarebbe dove si trova adesso. Ma, allo stesso tempo, è pronto a rivendicare il suo seggio al Parlamento Europeo con alcune proposte (concrete o meno si vedrà) che ovviamente riguardano i temi caldi della sua campagna elettorale e che molto cari risultano agli abitanti della Rete: anonimato, copyright, equo compenso e, dulcis in fundo, ACTA.
Il leader del Partito Pirata, come detto, è un abile parlatore: si esprime con calma e snocciola fatti e date, costruisce con attenzione le sue tesi. Ricorda la nascita del Copyright nel 1557, nel Regno Unito, e le ragioni storiche che spinsero le gerarchie ecclesiastiche a volere questa misura di controllo sul nuovo mezzo di diffusione del sapere; rammenta cosa accadde negli anni '60 e '70 con le prime radio pirata, che dalle acque extra-territoriali rompevano il "monopolio", così lo chiama, del governo su questo mezzo; conclude citando la rivoluzione delle TV commerciali degli anni '80, e di come in Svezia a lungo i decoder satellitari siano rimasti fuorilegge a causa del ritardo con cui lo stato ha provveduto a riformare le leggi in merito.
Tutto per arrivare a un punto: il copyright, il diritto d'autore, gli interessi delle major del disco e della celluloide, secondo Falkvinge non sono altro che il pretesto che i governi di tutto il mondo hanno adottato per tentare di mettere sotto controllo il nuovo strumento principe di diffusione delle informazioni. Internet: che è anonimo, che è democratico e incontrollabile, dove tutti possono avere la propria opinione e dove chiunque può verificare fatti, dati, avvenimenti, smentire ricostruzioni mendaci e bugie elettorali.
Dopo l'affondo, Falkvinge stempera l'aggressività: il suo Partito Pirata, e non potrebbe essere altrimenti visto che concorre a cariche parlamentari, non è l'ultima organizzazione anarchica eversiva. È piuttosto "la nuova generazione delle associazioni per i diritti civili": una struttura orizzontale che tenta di rispondere alle esigenze nuove di chi è cittadino anche online, riportando sulla Rete tutti i diritti acquisiti e incontestati di cui già chiunque gode nei paesi occidentali quando si parla di "vita reale".
"I governi occidentali criticavano la Cina per la censura su Internet - incalza il leader svedese - Ora emulano il governo cinese, in silenzio: aumentano le intercettazioni, anche internazionali, e di pari passo aumenta la data retention: in Germania, la metà dei cittadini ha smesso di telefonare a psicologi e altri servizi di assistenza per il timore che il governo possa tenere traccia di queste chiamate". C'è bisogno di adottare subito delle contromisure - citate ovviamente cifratura, anonimizzazione di ogni tipo (concetti per altro già sostenuti in passato in Italia da altre associazioni) - ma ci sono anche altre iniziative che vanno intraprese per tentare di tener testa ad un sistema di controllo draconiano dei cittadini.
"I governi pensano - aggiunge ancora - che Internet sia un gioco da togliere ad un bambino quando è stato cattivo: non credono che Internet sia una cosa reale, tangibile". Al web vengono applicate regole diverse e, per certi versi secondo Falkvinge, incomprensibili: la posta è inviolabile se spedita con busta e francobollo, ma facilmente intercettata quando è composta di bit. Le biblioteche pubbliche prestano titoli coperti dal diritto d'autore a titolo gratuito da 150 anni: lo stesso deve poter avvenire, per uso privato, anche online. Gli intermediari non sono responsabili di quanto trasportano: dall'epoca dell'Impero Romano "ambasciator non porta pena", e questo deve rimanere valido offline (dove corrieri e uffici postali non sono responsabili di quanto viene spedito) quanto online.
Il Partito Pirata, a partire da oggi con le prime sedute del nuovo Parlamento Europeo, cercherà di portare all'attenzione dell'agenda politica queste problematiche: punibilità per violazione del copyright solo se fatto per scopi commerciali (equivalente, secondo Falkvinge, alla legalizzazione del file sharing per i privati); limite di cinque anni alla durata del diritto d'autore; riconoscimento del diritto di remix, mashup e riutilizzo creativo dei contenuti; riconoscimento della paternità delle opere, per evitare il plagio. Infine, la rivisitazione del principio dell'equo compenso e contrasto alla cosiddetta broadband tax: chi verrebbe compensato per il traffico generato online, scherza Falkvinge, i detentori dei diritti sulla musica e i film, o i produttori di materiale pornografico che da tempo producono introiti in Rete?
L'intervento di Falkvinge si chiude con una risposta diplomatica al guru del software libero Richard Stallman, che aveva contestato l'ipotesi di una limitazione a cinque anni del diritto d'autore temendo che pezzi di codice libero potessero finire all'interno di software proprietario. Falkvinge liquida l'ipotesi di un archivio di stato del codice sorgente, e pone l'accento sul discorso competitività: "Se un software closed source ha bisogno di integrare pezzi di free software vecchio di cinque anni, superando in questo modo il suo omologo libero, ci sarebbe comunque un problema". E poi, da politico d'esperienza, ringrazia Stallman e lo invita a continuare nel suo lavoro che tanta importanza riveste per la comunità.
Fonte: Punto Informatico